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Buongiorno a tutti. Vi ringrazio per questo invito. Mi fa molto piacere essere qui e portare la testimonianza del mio percorso.
Sono un laureato in Economia presso la Federico II; riconosco il Professor Balletta, con cui ho sostenuto l’esame di Storia Economica diversi anni fa. Dopo la laurea, ho provato a entrare nel campo del lavoro, non con grosse difficoltà. Andando avanti, volevo seguire la mia strada, trovare il vestito che mi calzasse meglio addosso. Ho un trascorso di velista: da ragazzino la vela è sempre stato il mio sport; quindi, ho iniziato a guardarmi un po’ intorno. Ho pensato, quindi, di utilizzare le mie conoscenze universitarie per fare un’indagine di mercato: ho osservato in maniera più approfondita e iniziato a contare i porti, le unità navali e nautiche presenti nella zona tra Campania, Basso Lazio e Calabria, soprattutto per quanto riguarda il comparto vela. Fatto questo, ho iniziato a pensare se c’erano i numeri sufficienti per avviare un’iniziativa imprenditoriale che potesse servire questo mercato.
La mia veleria è un’azienda fondata quattordici anni fa: nonostante la crisi fortissima di questi ultimi anni nel comparto nautico siamo ancora vivi, e questo è già un grande risultato. Una veleria è un’attività abbastanza complessa, al confine tra artigianalità e industria: noi lavoriamo anche con materiali compositi (carbonio, kevlar), abbiamo processi tecnologici evoluti, ma in effetti – come ogni realtà artigianale – siamo molto legati al territorio, al mercato locale. Le velerie hanno grandi difficoltà a presentarsi al mercato World Wide, e questo nonostante internet: il velaio è percepito ancora, essenzialmente, come un artigiano. Il cliente vuole ancora il rapporto diretto; è difficile acquistare i nostri prodotti in rete. Proprio perché è una lavorazione molto complessa, abbiamo bisogno di essere radicati al territorio e in contatto con il nostro mercato.
Si parlava, prima, di mercato del lavoro. In effetti, gli artigiani hanno delle difficoltà, e sono – a mio parere – ancora molto poco oggetto dell’attenzione di chi ci governa. Artigianalità significa, prima di tutto, percorsi formativi molto lunghi e approfonditi, e spesso – come nel nostro caso – le attività sono soggette a grandi stagionalità. oggi troviamo ancora con difficoltà, da parte del legislatore, gli strumenti lavorativi adatti a formare le risorse. Siamo ancora vincolati, troviamo poca offerta che possa rispondere alle esigenze della nostra attività.
Nonostante tutto, oggi serviamo il mercato napoletano e siamo radicati sul territorio. La nostra sede è ad Agnano, in uno stabile che abbiamo in fitto. Abbiamo, attualmente, quattro dipendenti, e stiamo vivendo un percorso di diversificazione: stiamo provando a utilizzare il nostro know how velico e applicarlo anche in altri settori. Non so se sono presenti studenti universitari: spesso quello che mi si chiede, quando racconto la mia testimonianza, è se la laure in economia mi sia davvero servita, essendo diventato imprenditore nel settore delle vele. Posso dire, contrariamente alle apparenze, che ho utilizzato spesso gli strumenti formativi e i contenuti appresi durante il percorso universitario, sia per la costituzione, sia per l’organizzazione e lo sviluppo della mia azienda. Quindi, l’esperienza universitaria è stata molto utile.
Il tempo a disposizione è poco. Tirando le somme: io ci ho provato, ormai quindici anni fa, a fare impresa, e so che è un settore difficile, in cui gli ostacoli sono veramente tanti. Penso soprattutto a quelli di carattere normativo (per quanto riguarda le piccole aziende), finanziario e legato al mercato del lavoro: nonostante tutto, ci stiamo provando.
Auguro anche ad altri di intraprendere attività di impresa, soprattutto ricordando l’importanza di trovare quello che piace, e piace fare: questo è un aspetto fondamentale. Vi ringrazio tutti.