Lancio del CED – Introduzione del Direttore del CED, Andrea Gatto

È con grande piacere ed emozione che muoviamo il primo passo per la nascita di questo Centro che parlerà di economia, e non soltanto di economia.

Nostro obiettivo è dare un approccio pluralista, interdisciplinare: spesso si considera l’economia solo da un punto di vista quantitativo, limitandosi semplicemente alle misurazioni − giustissime, necessarie – dimenticandosi di quella che è l’economia reale. Se pensiamo al ruolo della Federico II, uno dei poli più importanti d’Italia, non va dimenticato che negli ultimi anni sono stati aboliti tutti i corsi legati non solo all’economia dello sviluppo, ma anche all’economia reale; per questo diventa estremamente importante ricominciare a parlarne, e capire quali sono i meccanismi che dobbiamo portare avanti.

Un breve cenno alla sede del Congresso, l’Università Suor Orsola Benincasa: è importante anche capire dove ci si ritrova. Siamo in un luogo fantastico, non solo dal punto di vista architettonico: un luogo di bellezza, storia e cultura. Forse è proprio questo il primo punto che dobbiamo ricordare quando parliamo di economia stando in luoghi come questo, per avanzare lo slancio verso il futuro: come insegna il professor Balletta, dobbiamo iniziare sicuramente dalla storia.

Su questi principi è nato, poco più di due anni fa, l’Osservatorio sullo sviluppo economico (SvEc), sui nuovi paradigmi dello sviluppo economico. Lo SvEc puntava esattamente a indagare i nuovi percorsi che andassero oltre i semplici canoni economici, per trovare soluzioni anche a quella che è diventata una crisi infinita non solo per l’Italia, ma per tutta l’Unione Europea e molti altri paesi. Abbiamo potuto osservare diverse realtà afferenti non solo all’aera europea (una su tutte la Scandinavia), ma anche all’estremo Oriente: lì si è avuto il cosiddetto capitalismo confuciano, uno dei volani dello sviluppo del sud-est asiatico; come ricorda il Professor Briganti, in America latina si è sviluppato il buen vivir − non solo una corrente − che ha generato il nuovo costituzionalismo andino basato su principi anzitutto legati all’ambiente, in cui la persona trova la sua dimensione in questo connubio tra uomo, società e ambiente.

È proprio questo uno dei punti essenziali. Noi, come Centro, abbiamo la responsabilità di cominciare un discorso sullo sviluppo che prenda in considerazioni diverse dimensioni, legate sicuramente a uno sviluppo sostenibile: parleremo in modo approfondito con il Professor Donato Speroni e con l’ex Ministro del lavoro e Presidente dell’Istat Enrico Giovannini delle nuove misure del benessere, i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile. Lo sviluppo deve avere anche radici umane, bisogna basarsi sullo sviluppo umano: ci si deve assicurare che lo sviluppo vada incontro all’uomo, anzi si deve partire proprio dall’uomo. E la terza dimensione deve essere quella dello sviluppo locale, perché si deve ripartire dal territorio. In questo si può ritrovare la dimensione di un approccio allo sviluppo interdisciplinare.

Ho voluto fare solo questa piccola introduzione: abbiamo tanti ospiti, tra presenti e differita sono quasi una quindicina. Pregherei tutti di rientrare nei tempi: dopo avremo il lancio del secondo centro, il Centro per il futuro dell’Europa coordinato da Antonio Giattini, e dopo avremo la plenaria con il Professor Speroni e il Professor Giovannini.

Passerei la parola ad Alfonzo Sperandeo per l’assessorato al lavoro, attività produttive e sviluppo del Comune di Napoli.

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