Lancio del CED – Antonio Montieri, già Banco di Napoli, Comitato Tecnico del Progetto Microcredito al Rione Sanità

Salve a tutti. Sono Antonio Montieri, pensionato del Banco di Napoli, e volentieri ho partecipato a quest’iniziativa del Comitato Microcredito al Rione Sanità.

Come ha ricordato Rosa, il Comitato è nato nel 2009 per volontà della rete di associazioni che operano al Rione Sanità, che sono tantissime e operano nel sociale in modo molto concreto: per volontà dell’Associazione Mani Tese, dell’Associazione Mascagna e la spinta propulsiva di Padre Alex Zanotelli e Renato Briganti, che poi hanno portato a una convenzione con Banca Etica.

Io sono membro della Commissione Tecnica, che esamina i progetti presentati al nostro Comitato. La partenza di questo Comitato è stata un’esperienza bellissima. Abbiamo avuto diversi incontri, anche nelle scuole, per portare questo Progetto sul territorio: in un’occasione ha partecipato anche il Presidente di Banca Etica, che ha dato il suo contributo per stimolare il sorgere di micro-imprese all’interno di questo territorio, che come tutti sappiamo è un territorio difficile, una sfida importante che tutti ci siamo posti.

Abbiamo scelto un quartiere emblematico. Un quartiere che, nel passato, ha fatto da spinta propulsiva per la città; vi erano fabbriche di scarpe, guanti, borse: era un’eccellenza della nostra città. Ormai, in questo quartiere sopravvive solo qualche piccola fabbrica di guanti, che esporta all’estero; a parte questo, non è rimasto più niente. La forte presenza della criminalità organizzata, in effetti, impedisce il decollo delle micro-imprese.

In questi anni abbiamo ospitato parecchi richiedenti al credito (circa cento), ma, in effetti, le imprese finanziate sono soltanto sette. Questo fa capire quanto sia difficile operare in queste realtà; abbiamo dovuto fare una selezione importante, anche perché ci sono degli ostacoli oggettivi: la gente chiede di essere finanziata senza emergere dal nero, dal sommerso, preferendo rimanere in questo stato ibrido che non permette il decollo dell’economia nel quartiere.

Tornando al prestito, possiamo concedere un prestito massimo di 20.000 euro a un tasso dell’1%, un tasso irrisorio la cui spesa si può sostenere, se il progetto è importante. Il Comitato ha un fondo di garanzia di 70.000 euro, formato con l’apporto dell’Associazione Mascagna, della Fondazione Banca Etica e di alcuni privati. Il Fondo di garanzia ha un moltiplicatore …: possiamo concedere finanziamenti fino a 210.000 euro. Questo, a oggi, non è stato utilizzato completamente, quindi stiamo continuando nella nostra attività. Adesso esiste anche un bilancio dell’attività, con il contributo del CED: i ragazzi ci stanno aiutando a portare nel territorio la conoscenza di questa iniziativa, spesso totalmente ignorata. Anche se siamo presenti da tempo, e attuiamo un’opera di conoscenza capillare nel territorio, la gente fatica ad avvicinarsi. In passato, come ho detto, lo abbiamo fatto nelle scuole: adesso c’è bisogno di rilanciare il Progetto.

È un piccolo seme, piantato in questo territorio difficile: ci rendiamo conto delle difficoltà che abbiamo. Eppure, questo ci ha permesso di conoscere meglio il territorio e la gente. Io, in qualità di ex operatore bancario tradizionale − in effetti, ho fatto credito tenendo conto di tutti i principi che la banca detta per dare credito – mi sono reso conto che fare microcredito è differente: avviene una riconnessione. Si conosce il soggetto richiedente, lo si segue nel suo percorso: lo si stimola ad andare avanti.

Abbiamo visto che alcune micro-imprese che abbiamo finanziato non hanno portato a termine la loro iniziativa, non sono state in grado di andare avanti: noi abbiamo cercato di intervenire, parlare con i responsabili dell’impresa e dare consigli, ma queste sono cose che possono succedere; abbiamo anche avuto un paio di “sofferenze”. Bisogna capirlo: non sono tutte rose e fiori. Fare micro-impresa è difficile, ma sicuramente stimolante. Noi pensiamo di continuare la nostra attività, di stimolare questo territorio martoriato – negli ultimi tempi ci sono stati rilevanti episodi di criminalità – ad andare avanti.

Le associazioni che operano nel territorio hanno ottenuto risultati: alle riunioni della Rete Sanità – l’insieme delle associazioni che operano nel territorio – partecipano, adesso, anche i commercianti e i cittadini che vogliono la rinascita di questo territorio. In effetti, da parte della popolazione si è levato un grido di dolore: le persone hanno sottoscritto anche un documento, presentato a tutte le autorità cittadine, in cui chiedono legalità, richiedono un intervento delle autorità per “normalizzare” questo territorio.

Quindi, la gente ha il coraggio di uscire, di fare impresa. Oltretutto, possiamo osservare che, dal punto di vista turistico, c’è un flusso abbastanza numeroso: ci sono comitive di turisti che arrivano in Sanità per le bellezze storiche presenti in questo territorio.

Queste sono le cose che dovevo dire. Grazie a tutti.

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