Fattori ambientali e patologie tumorali: una conversazione con il Prof. Antonio Giordano

Antonio Giordano

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Pubblichiamo un estratto dell’intervista di Monica Di Loreto all’oncologo e Professore Antonio Giordano, concessa all’interno del programma “Il Mio Medico” per l’emittente televisiva TV2000.

Antonio Giordano è Direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine and Center for Biotechnology della Temple University di Philadelphia (USA), nonché Professore Ordinario di Anatomia e Istologia Patologica presso l’Università degli Studi di Siena. Da sempre attivo nella lotta per la tutela della salute, molti dei suoi studi scientifici indagano la correlazione tra fattori ambientali e incremento delle patologie tumorali.

 

M.D.L. “Professore, riprendendo gli studi portati avanti da Suo padre, ha condotto delle ricerche molto importanti sulla sua terra, la Campania, e in particolare sulla “Terra dei fuochi”. È riuscito a individuare un nesso di causalità tra cancro e inquinamento ambientale. Ha anche scritto un libro con Paolo Chiariello, “Monnezza di Stato. Le Terre dei fuochi nell’Italia dei veleni”, nel quale ha divulgato, attraverso questi studi, l’incidenza dei fattori di inquinamento ambientale sull’incremento delle patologie tumorali.”

A.G.Si tratta di un lavoro che ho iniziato dieci anni fa, dedicato agli studi che mio padre fece negli anni Sessanta e Settanta, quando fu tra i primi in Italia, con il Professor Maltoni, a dimostrare l’impatto negativo dell’amianto sulla salute. Chiaramente, mio padre dovette superare ostacoli dal punto di vista professionale e politico, perché furono dette delle verità che andavano contro gli interessi dell’industria e della politica.

Dieci anni fa, mi resi conto che in tanti anni non era mai cambiato nulla. In quel periodo il governo federale americano era particolarmente focalizzato sulla questione Terra dei Fuochi perché fortemente preoccupato per gli americani della base Nato di Napoli che vivevano in alcune delle zone più inquinate di Castel Volturno e di Bagnoli. Alcuni soldati e le loro famiglie erano state colpite da gravi forme di cancro.  In un contesto di forte sensibilizzazione per governo statunitense, riuscii ad ottenere un finanziamento per i miei studi scientifici sulla questione ambientale in Campania.

 

Dieci anni fa, mi resi conto che in tanti anni non era mai cambiato nulla. In quel periodo il governo federale americano era particolarmente focalizzato sulla questione Terra dei Fuochi perché fortemente preoccupato per gli americani della base Nato di Napoli che vivevano in alcune delle zone più inquinate di Castel Volturno e di Bagnoli. Alcuni soldati e le loro famiglie erano state colpite da gravi forme di cancro. In un contesto di forte sensibilizzazione per governo statunitense, riuscii ad ottenere un finanziamento per i miei studi scientifici sulla questione ambientale in Campania.

 

Riuscii a dimostrare un aumento di patologie (iniziai, a campione, con il tumore della mammella): quel lavoro scientifico mi concesse l’opportunità di informare la popolazione del danno che subiva. Purtroppo le Istituzioni Italiane cercavano di mitigare il fenomeno, sostenendo che le cause principali delle patologie risiedessero negli scorretti stili di vita adottati dai cittadini. In quelle aree, invece, era forte la concentrazione di cloruro di vinile, benzopirene, metalli pesanti, amianto e diossina.

Rilevammo, infatti, un aumento del tumore della mammella nelle donne sotto i quarant’anni, quindi in età pre-screening, e riuscimmo a intercettare quarantamila casi in più di tumori alla mammella rispetto a quelli riportati dagli studi o dalle informazioni dell’Istituto Superiore di Sanità. Finalmente, nel 2015, l’ISS ha dovuto necessariamente prendere atto dei dati che avevamo prodotto.

 

Rilevammo, infatti, un aumento del tumore della mammella nelle donne sotto i quarant’anni, quindi in età pre-screening, e riuscimmo a intercettare quarantamila casi in più di tumori alla mammella rispetto a quelli riportati dagli studi o dalle informazioni dell’Istituto Superiore di Sanità.

 

 Ho scritto questo libro, “Monnezza di Stato. Le Terre dei fuochi nell’Italia dei veleni”, il secondo, insieme a “Campania, terra di veleni”, ma vorrei chiarire un punto.

È vero. In Campania siamo stati in grado di condurre una ricerca indipendente con un attivismo che ci ha permesso di far conoscere la verità alla popolazione. Attualmente, stiamo attuando il medesimo lavoro anche nelle zone del bresciano, a Varese, a Bergamo, in Piemonte e in Toscana: nonostante le apparenze, anche in queste regioni sono vittime di sversamenti pericolosissimi e gravi, con aumento di tumori.

 

Attualmente, stiamo attuando il medesimo lavoro anche nelle zone del bresciano, a Varese, a Bergamo, in Piemonte e in Toscana: nonostante le apparenze, anche in queste regioni sono vittime di sversamenti pericolosissimi e gravi, con aumento di tumori.

 

Per approfondire

 

Foto: “Terra dei fuochi” (CC BY 2.0) by Nicola

About Antonio Giordano

Nato a Napoli, è oncologo, patologo, genetista e Direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine and Center for Biotechnology della Temple University di Philadelphia (USA), nonché Professore Ordinario di Anatomia e Istologia Patologica presso l'Università degli Studi di Siena. A lui si deve la scoperta del gene oncosoppressore RB2/p130. Ricercatore e divulgatore scientifico, è da sempre attivo nella lotta per la tutela della salute. Numerosi dei suoi studi scientifici, in particolar modo quelli condotti nella Regione Campania, indagano la correlazione tra fattori di inquinamento ambientale e incremento delle patologie tumorali.

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